L’ultimo Kushok Bakula è deceduto alcuni anni fa rimpianto da tutti i ladakhi per la fiera ed intransigente difesa della sua gente. Stamane abbiamo partecipato alla festa del monastero di Spituk che di Bakula Rimpoche era la sede ufficiale, anche se poi lui preferiva il più ritirato e tranquillo Sankar gompa ai bordi settentrionali dell’oasi di Chanspa. E come non dargli ragione visto che anche noi siamo venuti ad alloggiare al Panorama Hotel.
La festa con le danze cham si celebra nel cortile che domina la valle dell’Indo guardando verso sud. Una pianura di forma, dimensioni ed ampiezza inimmaginabili per chi in estate arriva quassù risalendo la valle dell’Indo. Aldilà dell’Indo, il fianco meridionale della valle è racchiuso dalle cime innevate dello Stok Kangri. Le vallette laterali sono brevi ed alle loro testate biancheggia qualche ghiacciaio, da lassù scendono torrenti che in basso devono aprirsi la strada attraverso tutta una serie di dossi tondeggianti paralleli al corso del grande fiume, ma al suo sbocco ogni torrente ha formato un ampio conoide che si unisce alle falde in un unico immenso deposito: e un gigantesco piano inclinato costituito da ciotoli nereggianti. La riva opposta, quella sulla destra orografica, è completamente diversa. Qui la catena montuosa è fatta di graniti che separano per centinaia di chilometri l’Indo dal grande affluente Shyok (pr. Sciaiok). La catena scende verso il fondo del vasto bacino con brevi contrafforti e con tutta una serie di conoidi esterni alle valli. Nel mezzo sta la fascia pianeggiante, con l’Indo che scorre lento, diviso in numerosi rami ed è tutto un luccicare di strade asfaltate, canali e canalette, grandi opere d’irrigazione che scorrono fra prati, campi, piste aeroportuali, chorten, case ladakhe, lunghi capannoni militari.
Assistono al cham monaci di tutte le dipendenze, vengono dai monasteri di Sankar presso Leh, Gurphung a Stok e Pashi Gephel a Sabu. Le danze non differiscono poi tanto da tutte le cerimonie. Qui siamo in casa gelugpa, i virtuosi, l'ordine riformato da Tsong kapa ed al quale appartiene anche il Dalai Lama. Oggi è il primo dei due giorni di festa e le danze si svolgono con le maschere, mentre all'esterno monachelli di tutti i conventi della valle chiedono una donazione. Sonam scuote la testa irritato. "Non chiedevano soldi prima che voi occidentali cominciaste a foraggiarli... pensino a pregare invece di cercare soldi, sempre soldi"
A differenza dei festival ormai turistici come quello di Hemis, stamane qui vi era un assembramento di migliaia di persone. Cortile e terrazze, fineste e balconi. Impossibilitati ad avvicinarci ai danzatori per la calca, ma non stanchi delle nenie, abbiamo compiuto un piccolo ulteriore sforzo e siamo saliti al tempietto posto in vetta alla collina, dove luci al neon illuminano l’antro che conserva statue e maschere, ne è valsa la pena… Impossibile entrare: una calca di fedeli cercava di entrare mentre altrettanti, forse un centinaio erano rinchiusi nel tempietto...