In volo sull'Himalaya, andata e ritorno
Di Admin (del 15/01/2007 @ 10:20:00, in tChadar, linkato 1223 volte)
Quando le giornate sono limpide, il volo verso Leh è una pagina di viaggio sospesa nel cielo. È una porta di comunicazione che si apre nel tempo e nello spazio. Non è il lungo e monotono volo intercontinentale. Dimentichi che sei su un aereo e guardando dai finestrini voli su un tappeto volante. Chi può e sopratutto se al primo volo sull'Himalaya cerca di spostarsi dai finestrini di destra da dove entra il primo sole, basso, là verso il garwal, a quelli di sinistra dove i frequent flyers riconosco il massiccio di Nun e Kun.
L'aereo della Jet Airways è decollato in perfetto orario nella nebiolina che ammantava questa mattina Delhi. Il sole è sorto per noi da dietro le montagne del Garwal. La Nanda Devi era una piramide controluce. La rotta ci ha portati su Simla, sopra il Rothang Pass (all inizio della pista fra Manali e Leh), il pilota ci ha indicato il Kar Tso e il lago Tsomoriri, poi per guadagnare tempo lo ha risorvolatoa per infilarsi infine sopra Upshi nella valle del fiume Indo. Siamo entrati nella nebbia a 6000 metri. Ogni tanto ritornavamo in alto nell' azzurro per poi rituffarci fra le montagne. Il silenzio è sceso fra i passeggeri. Tutto era un biancore lanugginoso dominato dal rombo dei motori. Alla fine il pilota non si è fidato di questo volo che porta l'aereo ad infilarsi fra la montagna ed il monastero di Spituk. Siamo tornati a Delhi dove con pazienza, dopo i primi netti rifiuti, la Jet Airways ci ho trovato l' «accomodation». Pazienza, riproviamo domattina.
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